“Un brindisi tra vino e poesia” conferenza a Vinitaly, Verona 2019


A Verona nei prossimi giorni (dal 7 al 10 aprile) si terrà la 53ª edizione di Vinitaly, ormai la più importante manifestazione internazionale dedicata al mondo del vino. A latere rispetto alla fiera vera e propria, riservata soprattutto ai produttori, ai distributori e ai tecnici del settore, avranno luogo dal 5 all’8 aprile molti eventi letterari, artistici e musicali (“Vinitaly and the City”). Tra gli eventi più interessanti si segnala la conferenza sui rapporti tra il vino e la poesia (“I sogni nel bicchiere. Assaggi tra poesia e vino”) che Paolo Lagazzi, il saggista e scrittore parmigiano, terrà nella città scaligera sabato 6 aprile tra le 18 e le 19 nella Loggia Fra’ Giocondo in piazza dei Signori. Poiché da anni Lagazzi vive a Milano, lo raggiungo al cellulare per chiedergli qualche notizia su questo evento.

Lagazzi, perché parlare al pubblico di Vinitaly dei rapporti tra il vino e la poesia?

La chiacchierata che terrò su questo tema nasce da una mia semplice idea. Da tredici anni faccio parte dell’Accademia Mondiale della Poesia di Verona, un’istituzione fondata nel 2001 da poeti e scrittori celebri quali Seamus Heaney, Derek Walcott e Mario Luzi. Ogni anno l’Accademia organizza diversi eventi, in particolare la giornata mondiale della poesia, ma non aveva mai attivato nessuna forma di collaborazione con Vinitaly. Le parole che sabato dedicherò all’incontro tra il vino e la poesia sono soltanto un primo passo per creare tra l’Accademia e Vinitaly un legame che spero darà frutti importanti negli anni.

Pensa che coloro che bevono più o meno abitualmente del vino possano essere interessati ai poeti che hanno scritto dei versi su questa bevanda?

Troppo spesso, credo, il consumo del vino è banalizzato, è ridotto a un fatto puramente abitudinario, a uno dei tanti piccoli riti del consumismo quotidiano. Il vino, invece, è una bevanda intrinsecamente nobile, addirittura sacra, irriducibile alla Coca Cola o alle altre bibite imposte dalle multinazionali americane: nessuno in Occidente può ignorare i fondamenti mitici e religiosi, da Dioniso a Cristo, della cultura del vino. Perdere il “senso” profondo del vino significherebbe smarrire una delle radici-chiave dell’identità dell’Occidente. La mia chiacchierata non potrà spaziare molto perché il tempo che avrò a disposizione sarà limitato, ma credo sia essenziale, anche per i giovani, tentare di riscoprire oggi il vino nelle sue risonanze simboliche, poetiche e sapienziali.

Alla sua conferenza ne seguiranno altre nei prossimi anni?

Sì, vorremmo invitare ogni anno un noto scrittore (non un sommelier o un esperto ma un narratore, un poeta o un critico letterario) che racconti al pubblico di Vinitaly il proprio rapporto col vino e con la poesia, col vino evocato dai poeti e con le qualità “vinose” della poesia.

Le conferenze sono le uniche iniziative culturali che l’Accademia ha proposto a Vinitaly?

No. Intanto desidero ricordare che ognuno di questi incontri, a partire da quello di quest’anno, terminerà con una degustazione (gratuita) guidata da un sommelier. Inoltre l’Accademia lancerà, d’accordo con Vinitaly, un concorso poetico sul vino: chi lo desidera potrà scrivere dei versi dedicati, direttamente o indirettamente, al vino e spedirli alla segretaria dell’Accademia, la signora Laura Troisi. (Il bando del concorso uscirà presto su Internet). I testi inviati saranno valutati da una giuria formata dai poeti Claudio Damiani e Paolo Ruffilli accanto a me. La prima premiazione del concorso avrà luogo nel 2020, nell’ambito della prossima edizione di Vinitaly.

Cosa vuol dire parlando di versi dedicati “direttamente o indirettamente” al vino?

Una poesia può essere “ad alto tasso alcolico” anche se non cita esplicitamente uno o più vini: certi testi di Rimbaud o di Campana non sembrano scritti in stato di ebbrezza?

Bene, non mi resta che brindare idealmente al successo delle vostre iniziative…

                                                                                                                                Remo Curi

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